P come pace e preghiera

P come pace. E anche come preghiera. Le due dimensioni si chiamano, si corteggiano, si abbracciano. E il concetto è stato ribadito a chiare lettere anche in questi giorni da papa Francesco.

Un grido accorato, il suo che, ricorda una nota della Conferenza Episcopale Italiana, “scuote le coscienze e chiede un impegno forte a favore della pace”. E ciò perché, si aggiunge, “è tempo di trovare spazi di dialogo per porre fine a una crisi internazionale aggravata dalla minaccia nucleare”.

Si eleva dalla Cei e in generale dalla Chiesa un no secco e risoluto “a tutte le forme di violenza e sopraffazione a un anno dall’invasione russa di uno Stato indipendente, l’Ucraina”.

Un paese dove, ricorda la Cei, nel quale “come in tanti (troppi) angoli della terra risuona l’assordante rumore delle armi che soffoca gli aneliti di speranza e sviluppo causando sofferenza, morte, distruzione e negando alle popolazioni ogni possibilità di futuro”. Il grido per ottenere la pace perpetua risuona anche attraverso le parole scritte sessant’anni fa da san Giovanni XXIII nella “Pacem in terris”.

“Al criterio della pace che si regge sull’equilibrio degli armamenti – vi si legge – si sostituisca il principio che la vera pace si può ricostruire nella vicendevole fiducia”.

La Cei sottolinea, da un lato, l’urgenza di “un’azione diplomatica capace di spezzare la sterile logica della contrapposizione” e dall’altro, l’esigenza dei credenti di fare fronte comune sentendosi partecipi della “costruzione di un mondo pacificato, giusto e solidale”.

Un mondo per creare il quale essenziale è anche la riscoperta del “valore della preghiera, del digiuno e della carità, le uniche vere armi capaci di trasformare i cuori delle persone e di renderci fratelli tutti”.

Su queste basi, per il 10 marzo il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’ Europa ha organizzato la celebrazione di una Santa Messa per la vittime della guerra in Ucraina e per la pace nel paese.

“Sarà un’occasione – conclude la Cei – per rinnovare la nostra vicinanza alla popolazione e per affidare al SIgnore il nostro desiderio di pace, chiedere la conversione del cuore affinché si costruisce una rinnovata comunità di pace”. Nel tempo della Quaresima e nel cammino che porterà alla Santa Pasqua.

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